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2020-10-13
Rajon Rondo ha chiuso il suo contratto con Anta, diventando uno sneakers free agent, per questo ha mostrato una strepitosa varietà di sneakers durante le Finali NBA.
Ci sono giocatori che restano nell’immaginario comune ma cambiano diverse fasi nella propria carriera e questi Lakers campioni NBA 2020 ne sono pieni. Si pensi a J.R. Smith, passato dall’essere un super atletico realizzatore al folle comprimario, fino all’utile tiratore di situazione. Si pensi a Dwight Howard, passato dall’essere un All-Star a un oggetto sconosciuto di un basket in evoluzione, fino al funzionale elemento di supporto. Si pensi anche e soprattutto a Rajon Rondo, un tempo collante degli straordinari Celtics da titolo, poi errante corpo estraneo di una pallacanestro fatta di tiro da tre punti, e ora pratico innesto in un sistema difensivo che sfiora la perfezione.
Howard e Rondo hanno vissuto diversi status che hanno alterato la loro reputazione, conto in banca e relazione con gli sponsor. Entrambi erano signature athletes rispettivamente con adidas e Anta, ma le diverse situazioni fisiche e tecniche hanno portato a una rescissione dei propri contratti di sponsorizzazione che ci hanno permesso di scoprire un lato speciale di questi atleti, quello da sneakerhead. Ciò vale soprattutto per Rondo che, a sorpresa, può certamente essere celebrato come lo sneakers MVP di queste NBA Finals.
Rondo è uno sneaker free agent, ovvero è privo di contratto di sponsorizzazione, una posizione che lo porta a minori entrate economiche ma che gli lascia totale scelta su cosa indossare in qualsiasi momento. In questi Playoffs ha dimostrato grande varietà, passando dalle Nike Lebron 17 “Uptempo” alle Nike Zoom Kobe 1 Protro “Varsity Maize” (Del Sol), fino alle Nike Air Penny 5 “Blue Chips”, passando per le PUMA RS Dreamer “Blood, Sweat &
Tears”.
Nelle Finals Rondo ha portato avanti una vera masterclass di varietà e gusto che è cominciata con le Nike Kyrie 6 “Bruce Lee” in rosso, un modello di Kyrie che strizza l’occhio alla signature line di Kobe Bryant.
In Gara-2 arriva un colpo da maestro: Reebok Question Mid “Kobe PE”. Lo sneaker free agent dei Lakers omaggia ancora Kobe e la stagione 2002, quando era proprio Bean a essere free agent, fresco di rescissione con adidas, e propenso a indossare scarpe di ogni marchio, inclusa questa particolare versione del modello più iconico mai creato per un’altra ex stella NBA: Allen Iverson.
In Gara-3 Rondo prende tutti in contropiede indossando ancora Nike, andando indietro di 16 anni con le Nike Air Zoom Huarache 2k4, modello che fu reso noto sempre da Kobe Bryant. Contro Houston fu il turno delle “Yellow Maize”, ritornate in commercio brevemente nel 2016, ma in questo caso ha optato per le più vistose “Volt/Neon”, firmate 2012.
In Gara-4 arriva un altro richiamo esterno a Nike ma questa volta lontano dall’estetica di Kobe Bryant. Rondo indossa infatti le PUMA RS Dreamer “Concrete”, scelta concepibile se consideriamo che PUMA è il brand con cui l’ex Celtics flirta maggiormente se stiamo all’esterno di Nike.
La quinta gara della serie porta un ritorno al mondo Nike e al mondo Kobe, visto che ritroviamo le Nike Zoom Kobe 5 Protro “EYBL”, una scelta recente ma diversa dal solito che gli permette di staccare ancora una volta dagli altri, portando avanti un concept di modelli particolari e riferimenti a Kobe Bryant senza pari.
La partita che chiude la serie vedo l’utilizzo delle PUMA RS Dreamer “White/Black”, la colorazione che utilizzò J.Cole, protagonista della signature, all’All-Star Game.
Una chicca sta nel notare che Rondo ha cambiato scarpe per la premiazione. Dopo una partita e un primo assaggio di Larry O’Brien Trophy con PUMA ai piedi, è tornato alle Nike Zoom Kobe 5 Protro “EYBL”, colorazione già vista del modello più indossato dell’ultima stagione NBA. Un messaggio a Nike in vista di una firma futura? Un omaggio a Kobe? Questo non sta a noi dirlo o saperlo, ma si tratta di una chicca in più in una serie finale perfetta, e non solo quando parliamo di sneakers.
Un ringraziamento speciale va a Marco Rizzi, fondamentale nella ricerca fotografica e primo sostenitore della campagna “Rajon Rondo in Hall Of Fame”.